Gennaro, l’albero di gelsi e la fine di un amore

Guardavo dalla finestra verso una casa di fronte e subito la memoria è andata a ripescare uno di quei ricordi di una infanzia sempre viva e intensa vissuta in una periferia di una piccola città di provincia in cui sono cresciuto tra mille avventure. Una volta li c’erano due enormi alberi,distanti una cinquantina di metri l’uno dall’altro: il primo era una quercia, bella ed imponente; il secondo rappresentava in estate una delle nostre mete preferite.

Era un enorme albero di gelsi rossi, di quelli che se li inizi a mangiare non ti allontaneresti mai, più grandi delle more, più dolci e per chi li raccoglie…incredibilmente untuosi!!
Erano una delizia ma dopo una mangiata di quei frutti ti riducevi come un personaggio di un film di Dario Argento…con macchie rosse ovunque ed una certezza: dopo aver provato quella delizia sarebbero arrivate le botte a casa per esserti sporcato tutto ed esser andato a “rubare” chissà dove!!  

Oggi entrambi gli alberi non ci sono più. Al posto della quercia vi è una costruzione a 3 piani di qualcuno che comprò quel pezzo di terra e decise che sarebbe diventata la loro casa e che una bella quercia secolare come quella non era contemplata nei loro piani. Al posto del gelso invece non c’è più nulla. Ovvero vi è un orto tutto recintato che appartiene alla casa di fronte.

Allora, tra la mia casa e l’altra vi era un bel pezzo di terra incolto, con alberi in cui costruivamo i nostri rifugi. Poi alla fine di quel campo c’era questa casa con questo albero sul davanti ed una signora anziana che vi abitava e che bene o male era sempre li a sorvegliare le sue cose. Ma a quel tempo noi si era molto vivaci e poche cose ci spaventavano!! Quel giorno cominciò così come tanti altri:ci si trovava in strada e si improvvisava.

Eravamo in 7 e ci venne l’idea di andare all’albero: dovevano essere belli maturi ormai! Poi incontrammo Gennaro. Gennaro non era della nostra banda, lui abitava in un altro agglomerato di case, ma eravamo amici. Con altri invece si era in competizione per il territorio. Lui veniva spesso da noi, soprattutto da quando vide Antonietta!

Questa era una ragazza davvero carina ma ognuno di noi sapeva che era irraggiungibile!! La poveretta viveva praticamente rinchiusa in casa poiché i genitori non ci vedevano di buon occhio. E lei, spesso ci penso, visse tutta la sua infanzia a guardare noi dal balcone. Dei genitori più carogne non li ho mai conosciuti. Il padre poi…ce l’aveva a morte con me e si che non gli avevo mai fatto nulla!!

Va beh,il nostro eroe Gennaro aveva la testa dura e spesso si recava sotto al balcone solo per vederla o per scambiarci qualche parola. Altro non si poteva sperare. Lo incontrammo li e lo convincemmo a venire con noi: dai Gennà…tanto quella là rimane…ci facciamo una bella magnata e poi te ne torni qui!! E Gennaro non si fece pregare e venne con noi!!

Arrivammo senza farci vedere all’albero ed uno alla volta ci arrampicammo su. L’albero era davvero enorme tanto che ognuno di noi aveva il suo ramone e veniva nascosto completamente dalle foglie. Chiunque avesse guardato da sotto non sarebbe riuscito a distinguere chi e quante persone vi fossero. Ma 8 ragazzacci che si sbafano i gelsi e ridacchiano fanno comunque rumore.

Per quanto cercavamo di stare in silenzio mi sa che dovevamo fare parecchio casino tanto che la vecchietta qualcosa sentì e capì! Infatti venne sulla soglia della casa ad una ventina di metri dall’albero e gridò: chi ce stà llà ffore?? Scign da ‘ngopp a l’ alber mije…(credo che si capisce..) A quelle grida ognuno di noi reagì a modo suo. Il fatto è che nessuno la vide tanto erano fitte le foglie ma ognuno di noi pensò di essere stato visto!!Ed allora uno alla volta iniziammo a scappare!!

Scese il primo…e lei: aaahhh tu si ca vièn ‘ngopp a l’alber mije!!…e giù anche il secondo…aaaahhh …pure tu ce staje… …e giù il terzo….aaaaahhhh…uagliòò pure tu…e il quarto…il quinto…il sesto…la vecchietta ci conosceva tutti…a tutti diceva la stessa cosa maledicendoci ed imprecando…scesi anche io…e scese pure Gennaro…e lei…ma quanta cazz e gente ce sta ‘ngoppa a l’alber mije!!E noi tutti sporchi ridendo scappammo via a rifugiarci lontano!!

Beh,tornammo al “cortile” nostro e iniziammo a guardarci e a prenderci in giro: le macchie rosse erano dappertutto…le mani completamente appiccicose, il contorno delle bocche, le magliette…Gennaro…ahahah…aveva un pantalone bianco ed una maglietta bianca…diventò una specie di arlecchino…macchie rosse e viola dappertutto!!

Ed avvenne anche il “miracolo”…improvvisamente giù in cortile vedemmo Antonietta scesa incredibilmente sulla terra a giocare con l’altra bella, la Barbara che però ogni tanto con noi giocava! Beh…vi risparmio la vergogna di Gennaro nel trovarsi di fronte alla sua amata in quelle condizioni!! Diventò rosso come il resto e se ne andò via tra le nostre risate!!

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Disilluso da tutto senza un futuro vivo in questo presente oscuro senza aspettarmi nulla.
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7 risposte a Gennaro, l’albero di gelsi e la fine di un amore

  1. CUORERUOTANTE ha detto:

    Quanti anni avevate? 😃

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  2. Demonio ha detto:

    Oh eravamo tutti intorno ai 9-10 anni! 😂

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  3. Pingback: Sconosciuti abituali | Blog di Demonio

  4. Sara Provasi ha detto:

    Anche mia cugina in romagna diceva dei gelsi… io non li ho mai visti (o li ho visti da piccola inconsapevolmente) e soprattutto non li ho mai assaggiati! Sono curiosa 😀

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  5. Demonio ha detto:

    Sono buonissimi ma da allora mai più mangiati! Comunque sono come delle more ma più grandi e meno consistenti…pura goduria al palato!😀

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  6. Sara Provasi ha detto:

    Li provo se mi capitano a tiro 😂

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  7. Demonio ha detto:

    Più o meno dovrebbe essere questa la stagione! Ma boh, io è tanto che non li vedo

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