Il processo…

E’ un periodo strano, non scrivo tanto anche perché spesso le cose che avrei da dire “sento” essere inutili o semplicemente perché proprio non ho nemmeno tanta voglia di discutere. In compenso però leggo tanto, anche in rete e spesso trovo cose davvero degne di nota che certo non hanno il peso di uno stupido tweet ma che al contrario sono ricche di pensiero che in fondo è proprio quel che manca oggi.

Tra le tante cose lette ne voglio citare integralmente una che per il suo contenuto di fatto è coincidente con quello che è il mio pensiero e che è la mia visione del mondo e delle cose sebbene ormai sia una visione superata, datata e ostracizzata dal pensiero unico dominante. Pazienza…attendo tempi migliori e cercando “teste” affini, ormai sempre più rare pubblico questa citazione nella speranza che essa continui a circolare perché lo merita. Buona lettura…

Al suono delle campane che annunciavano le 8 del mattino, la signora scoppiò in singhiozzi tra le braccia dello sconosciuto.

“Mioddio, no. Ti prego, no, non voglio morire”.

L’uomo la consolò come poté, cercando nel suo ruolo di protettore maschile di farsi forza a sua volta. Quel giorno sarebbero morti tutti, probabilmente.

“Io non ero fascista. Non ho mai fatto del male a nessuno. Volevo solo…”
“Lo so… era quello che volevamo tutti. Quello che speravamo tutti. Che togliendo di mezzo immigrati e gay avremmo risolto i problemi del paese, che ci saremmo sentiti più sicuri, che saremmo tornati agli anni del grande boom economico”.

Ma ora, in quel momento, si sentiva stupido anche lui a ripeterlo. Il collasso economico seguito alle misure adottate dai cinque governi populisti aveva portato il paese alla miseria totale, le leggi sul porto d’armi libero avevano rapidamente trasformato la miseria in una guerra civile tra bande, e la ciliegina sulla torta erano state le epidemie di tifo e difterite dovute alla messa fuorilegge delle vaccinazioni. Il conteggio dei morti superava già i milioni, quando era avvenuto il colpo di Stato degli epistocratici. E ora, chi aveva contribuito al disastro, pagava.

L’accusa di fascismo, o di collaborazionismo col vecchio regime, se confermata in tribunale, portava ad un esito unico: la condanna a morte. Solitamente per annegamento in mare, per vendicare il genocidio perpetrato dai regimi populisti nei confronti di tutte le minoranze, cacciate dall’Italia su carrette del mare negli anni ’20, o rinchiuse in campi di concentramento, come misura definitiva per il risanamento dell’Italia bianca e cristiana.

“Rossi, Matilde” – la donna con un singhiozzo si strinse ancora più forte al suo compagno di cella, ma le guardie non si fecero intimorire, e la afferrarono per le braccia, trascinandola via. “No, vi prego. Vi prego, Dio no!”
Le urla proseguirono lungo tutto il corridoio, ma cessarono quando la donna fu scaraventata nella gigantesca aula tribuna. Di fronte a lei si stagliava la scritta “La legge è uguale per tutti”, restaurata dal regime epistocratico dopo gli anni del cosiddetto “privilegio di italianità”. Il giudice era assiso sul suo scranno, in silenzio.

Il pubblico ministero portava ben in vista sul petto il simbolo del Partito Epistocratico Socialista – la Falce e il Martello sormontati da un libro – circondati dal motto “La conoscenza è forza, la cultura è libertà”.

La donna fu portata al banco degli imputati e fatta accomodare.
Il giudice iniziò a leggere i capi d’accusa: “Rossi Matilde, lei è accusata di apologia dell’odio razziale, fascismo, propaganda genocida e complicità nello sterminio di milioni di stranieri, omosessuali e dissidenti. Come si dichiara?”.

“Non… non ho nemmeno diritto ad un avvocato?” – chiese Matilde iniziando a sentirsi schiacciata sotto il peso della situazione.
“La signora ha diritto ad un avvocato?” chiese il giudice. Un usciere immediatamente rispose proiettando sullo schermo bianco lo screenshot di un post di Facebook. Era di Matilde Rossi, del 2018: “Finalmente dei politici che parlano come mangiano no i professoroni che hanno solo affamato gli italiani con tutte le loro lauree”. Il 2018, l’anno del primo governo populista.
“Riconosce questo post signora Rossi?” – chiese il giudice. Matilde non poté far altro che emettere un flebile “sì”.
“In questo caso, visto il disprezzo che ha mostrato per i titoli di studio, gli avvocati laureati le sono preclusi. Può farsi rappresentare da un ciabattino, se lo desidera”.

Matilde rimase in silenzio per diversi secondi. Poi il giudice passò la parola all’accusa. Il pubblico ministero era un bell’uomo, sulla quarantina, probabilmente un ex-rivoluzionario: con le loro intelligenze superiori era stato facile per loro organizzare il golpe alle spalle dei servizi segreti, troppo occupati in missioni di sabotaggio contro le altre nazioni che spargevano scie chimiche sull’Italia. I membri del vecchio regime che avevano opposto resistenza erano stati uccisi e appesi in piazzale Loreto per dare l’esempio, ma la purga, dopo i politici, aveva preso di mira i cittadini.

Sullo schermo si formò un’immagine: era quella di una barca di migranti affondata nel mediterraneo. Vi erano immagini di uomini che recuperavano cadaveri di bambini: doveva essere anche quello del 2018, prima che venisse istituito il reato di soccorso in mare, prima che le navi provenienti dal nord-Africa venissero bombardate, e prima che si iniziasse a incarcerare chiunque difendesse la vita delle persone di colore.
A lato comparve un commento Facebook: era a nome Matilde Rossi: “Tanto sarebbero diventati spacciatori e stupratori a piede libero qua in Italia”.

Il pubblico ministero indicò a Matilde l’immagine: “Signora Rossi, riconosce quel commento?”. Matilde iniziò a piangere: “Io non volevo… io non intendevo”.
“Signora Rossi, non le ho chiesto cosa voleva o cosa intendeva. Risponda alla domanda: riconosce quel commento?”
Matilde annuì, continuando a lacrimare.

“Lei pensava che urlare la sua rabbia su Facebook fosse un’azione innocua? Senza conseguenze? Pensava che mostrarsi gradassa dietro una tastiera la rendesse una vera italiana?”
Sullo schermo partì un video, o meglio una serie di spezzoni di filmati: vi si vedevano persone subire ogni sorta di violenze e torture. Molti erano immigrati, lo si vedeva dal colore della pelle; molti altri erano bianchi però.
In sottofondo la voce dell’ex ministro dell’Interno, poi ministro dell’Italianità, poi Presidente Unico dell’Italia Bianca e Cristiana Matteo Salvini, ripeteva in loop: “gli italiani sono stanchi di tutti questi immigrati; vengono qua solo per delinquere e stuprare… è finita la pacchia”.

In uno spezzone si vedeva una donna coi capelli corti violentata da uomini in divisa. Le urlavano “lesbica buonista” mentre la colpivano a sangue.
“gli italiani sono stanchi di tutti questi immigrati; vengono qua solo per delinquere e stuprare… è finita la pacchia”

Altro spezzone, uomini smagriti e disidratati chiedevano acqua e si vedevano prendere a calci: “zitto, ricchione”
“gli italiani sono stanchi di tutti questi immigrati; vengono qua solo per delinquere e stuprare… è finita la pacchia”

Una motovedetta italiana navigava in mezzo ad un mare di cadaveri galleggianti. Soldati coi fucili sparavano ogni tanto per assicurarsi che non fosse rimasto vivo nessuno.
“gli italiani sono stanchi di tutti questi immigrati; vengono qua solo per delinquere e stuprare… è finita la pacchia”

Matilde iniziò a urlare. “Dio no. Dio no! Perché? Io non ho fatto questo”
Il video si fermò: “Temo di sì, signora Rossi. Lei ha fatto esattamente questo. Niente di tutto questo sarebbe avvenuto senza la legittimazione di un intero popolo; lei è colpevole di tutti questi crimini. Lei è colpevole di aver sostenuto i governi fascisti con i suoi post su Facebook e con il suo voto”.

“Io volevo solo che i governi pensassero anche a noi italiani poveri!”

“Signora, dai documenti in nostro possesso risulta che suo marito lavorasse in nero come autotrasportatore, e che lei fosse impiegata alle poste. Tra il 2010 e il 2020 siete andati in vacanza tutti gli anni dieci giorni nella casa dei vostri genitori al mare. Vostro figlio prendeva ripetizioni di matematica ed era iscritto a Basket, è corretto? E se è corretto, mi dica, ritiene che lo Stato avrebbe dovuto aiutare prima lei che persone in pericolo di vita?”

Matilde esitò. “Io volevo solo… qualcosa di più. Una vita più dignitosa”
“Signora Rossi, qual è il suo titolo di studio?”
“Maturità in un istituto tecnico”.
“Acquisita a 21 anni. E quello di suo marito?”
“Istituto professionale”
“A 21 anni anche lui. Mi dica, quanti libri avevate in casa?”
Silenzio. “Io… non saprei”.
Il pubblico ministero incalzò: “Qual è l’ultimo libro che ha letto, signora Rossi? Lo ha mai letto, un libro per intero? Sa almeno come è fatto, un libro?”
“Sì io… alle superiori. Quelli che ci dava l’insegnante per l’estate. Qualcuno”.
“Mi dica, signora Rossi, se in vita sua non è nemmeno stata in grado di leggere un libro da sola, cosa le fa pensare che avesse diritto a qualcosa di più di quello che aveva – che, le sottolineo, era comunque assai più di quello che avevano i disperati del cui annegamento lei era solita gioire?”.
Matilde tirò su col naso: “Ci dicevano che era colpa degli immigrati. Gli abbiamo creduto. Ci hanno ingannati”.

Il pubblico ministero si rivolse al giudice.
“Senza alcuna sorpresa, l’imputata ora incolpa i politici ai quali ha creduto. Ai quali ha scelto di credere. L’imputata non comprende che sono state proprio la sua stupidità e il suo razzismo a produrre quei politici. – tornò a guardare Matilde – signora Rossi, lei non è stata ingannata. Lei ha voluto ingannarsi. Lei, e milioni di italiani con lei, hanno voluto costruire dei mostri per non doversi guardare allo specchio, e i più codardi e i più astuti tra di voi, sono diventati quei politici che hanno distrutto l’Italia e l’Europa. Non siete vittime. Siete carnefici. E non solo degli altri… anche di voi stessi”.

Lo schermo proiettò un ultima foto, di fronte alla quale Matilde lancio un urlo straziante. “NO! Dio NO! Ditemi che non è vero!”.
La foto mostrava il fratello di Matilde, scomparso da anni, riverso a terra e coperto di sangue.
“L’abbiamo trovata negli archivi del regime. Suo fratello è stato accusato di buonismo per essersi rifiutato di sopprimere un bambino meticcio di 3 anni, e ha pagato per questo. A quanto pare lui non voleva credere che sarebbe necessariamente diventato uno stupratore o uno spacciatore, come invece credeva lei, signora Rossi. E questo suo dissenso gli è costato la vita; processo sommario, come si faceva durante il regime”.

Matilde piangeva e si dondolava sulla sedia, come in stato di shock. A quel punto non le importava nemmeno che la condannassero a morte.
Il giudice prese la parola: “In virtù dei poteri conferitimi, dopo aver esaminato le prove e le testimonianze, in nome della Legge, dichiaro l’imputata colpevole di tutti i reati, e la condanno pertanto al massimo della pena”.

Elisa emise un singulto, e nient’altro. “Signora Rossi Matilde, a partire da lunedì prossimo, lei sarà reintegrata nel suo precedente posto di lavoro, e tornerà ad abitare col suo precedente nucleo familiare. Alla sua famiglia sarà vietato l’utilizzo di Internet, un quarto dello stipendio suo e di suo marito sarà decurtato, e andrà in progetti per la ricostruzione del paese e per l’accoglienza degli stranieri. Dovrete inoltre leggere un libro al mese, pena la perdita del diritto alle vacanze”.

Matilde si riscosse. Non poteva credere a quello che stava sentendo.
“Come? Non mi ucciderete?”
Il pubblico ministero la fissò con tale disprezzo che lei si sentì trafitta: “Signora Rossi, per quanto inferiori vi siate mostrati, per quanto bestiali siano state le vostre azioni, rimanete esseri umani. E in quanto tali, avete alcuni diritti inviolabili. Noi non siamo come voi, siamo superiori. E non per il colore della nostra pelle o per la nostra religione, ma perché non ci comportiamo come voi. Usiamo il cervello”.

“Ma… allora, tutti quelli che avete ucciso in mare?”
Il pubblico ministero sorrise sarcastico. “Sono passati vent’anni dal primo governo populista che avete eletto. E ancora non sapete distinguere una notizia falsa da una vera”.

 

Luca Romano

 

 

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Informazioni su Demonio

Disilluso da tutto senza un futuro vivo in questo presente oscuro senza aspettarmi nulla.
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32 risposte a Il processo…

  1. annaecamilla ha detto:

    Bellissimo l’ho letto tutto d’un fiato. Stupendo ma andremo a finire così? La sua ignoranza, ma la mia laurea in Italia non è servita e mio marito fisico fa il ricercatore qui in Inghilterra. Loro, la regina, la monarchia ci hanno dato una possibilità!

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  2. Evaporata ha detto:

    Interessante. 😀

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  3. Demonio ha detto:

    La prima volta me lo sono letto tutto d’un fiato anche io, poi l’ho riletto di nuovo con più calma e l’ho trovato drammaticamente geniale ma purtroppo fin troppo reale nei suoi presupposti. Leggendo certi commenti in rete, ascoltando certi interventi in televisione…(cit…la buona notizia è che dei migranti oggi non arriveranno…) il rischio che si vada a finire molto peggio di così c’è tutto. Poi ovvio che la speranza ed il cuore mi dicano che è una sorta di incubo e prima o poi ci risveglieremo.
    Ps la regina sa che se vuol tenere aggiornata la sua collezione di cappellini è meglio che dia più di una possibilità alla gente! Qui invece siamo al ridicolo per cui ormai servirà la laurea anche per far lo spazzino ma le professioni dove veramente serve chi ha qualcosa in più sono lasciate allo sbando…

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  4. Demonio ha detto:

    Si, sembra una realtà distopica fantascientifica dai connotati tanto improbabili quanto lontani eppure uno poi guarda la realtà e…pare pure peggio…

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  5. annaecamilla ha detto:

    Sono orgogliosa di essere italiana, ma sono realista che questo stato non mi ha dato nulla. Si una cosa me l’ha concessa l’educazione scolastica a tutti i livelli ed anche di grande qualità. Sapessi qua come sono ignoranti nel vero senso della parola, in alcuni casi so scrivere meglio di loro. Le loro università sono molto care e non formano come le nostre. Non sono per tutte le tasche. Vabbè poi l’italia ci abbandona e quindi a cosa serve che ci ha formati! amarezza tanta amarezza!

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  6. Demonio ha detto:

    Molta amarezza sta proprio nel sapere che avevamo delle eccellenze medie come la scuola e la sanità che hanno o stanno distruggendo. Il risultato è che siamo ai primissimi posti nella classifica degli ignoranti funzionali. Ma…non è tanto questo il problema…perchè ci sta anche di essere ignoranti mentre quello che è devastante è vedere la protervia, la saccenza, la maleducazione di chi, pur non sapendo nulla pretende di insegnare agli altri su qualsiasi argomento, dai vaccini ai ponti, dall’ultimo ritrovato tecnologico ai più complessi studi scientifici è ogni giorno peggio con l’aggravante del fatto che questa massa di homini ignoransis è arrivata al potere! Poi…certo…il problema non è solo italico…altrove non è che stiano tanto meglio di noi…

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  7. annaecamilla ha detto:

    ma sicuramente, non stanno meglio di noi ma riescono a gestirsela meglio. Si giusto come hanno fatto ad arrivare fin lì. sono stati votati e da chi se tutti si lamentano? un dilemma esistenziale dove non c’è più risposta!

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  8. Demonio ha detto:

    Ah non so, io ho votato scheda nulla disegnandoci su un bel cazzo giusto per esercitare il mio diritto al voto sebbene non mi sentissi rappresentato da nessuno…

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  9. annaecamilla ha detto:

    Bravo forse avrei fatto pure io così. Nessuno mi rappresenta!

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  10. Demonio ha detto:

    Purtroppo è triste ma è così e si naviga a vista tra le nebbie…

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  11. Paola ha detto:

    Sapessi quante volte ho pensato a una scenetta del genere. Grazie per la musica

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  12. Demonio ha detto:

    Si, mi è piaciuto davvero!

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  13. Demonio ha detto:

    Ti confesso che qualcosa del genere l’ho pensata anche io ma con dei risvolti più danteschi però della serie che io il processo lo facevo agl’inferi e le pene erano…infernali…
    E la musica…beh…da loro trovo sempre ispirazione e consolazione! 🙂

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  14. Paola ha detto:

    Già, la loro armonia riempie

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  15. cuoreruotante ha detto:

    Bellissimo! Hai fatto bene a postarlo 😊

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  16. Demonio ha detto:

    Decisamente! Di musica ne ascolto tanta ma quello che dici spesso è che c’è la musica e poi ci sono loro che sono un’altra cosa!

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  17. Demonio ha detto:

    Peccato lo abbiano letto solo i soliti 4 gatti!

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  18. cuoreruotante ha detto:

    Saranno tutti in ferie 😬

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  19. Demonio ha detto:

    ahahahah si devono essere lunghissime…ferie annuali! 😛

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  20. quasi40anni ha detto:

    Grazie Demo! L’ho letto tutto di un fiato, quanto fa riflettere…

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  21. Demonio ha detto:

    È lo stesso che ho fatto io, davvero ben scritto e mi fa piacere sia piaciuto anche a te. Dispiace solo vedere che evidentemente è piaciuto a pochi. Cose leggere o non riflessive se non addirittura stupide, spesso, in altri post danno vita a centinaia di commenti mentre qualcosa del genere è stata letta da dieci persone e ancora meno ha espresso un pensiero!E anche ciò fa riflettere!

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  22. cuoreruotante ha detto:

    Non disperare 😘

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  23. Demonio ha detto:

    ahahah no no, ormai sono rassegnato!

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  24. quasi40anni ha detto:

    Sai cosa , ci vuole ottima analisi logica e dialettica per commentare uno scritto del genere, in cui tutto è spiegato in modo così lucido da farti sentire banale.

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  25. Demonio ha detto:

    quindi significa che i miei follower sono pigri? 😀

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  26. 76sanfermo ha detto:

    Urca , che male!

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  27. Demonio ha detto:

    E si…per certe persone sarebbe davvero doloroso!

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  28. Molto bello davvero! Sarebbe interessante farlo leggere ai salviniani e vedere l’effetto che fa!

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  29. Demonio ha detto:

    Mah…prima bisognerebbe insegnargli a leggere…

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  30. Non essere così tragico! Oggi non si è così analfabeti!

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  31. Demonio ha detto:

    Non sono tragico ma i dati dicono che l’Italia è ai primi posti nella classifica degli analfabeti funzionali che per inteso significa saper si leggere ma non comprendere cosa si è letto, non saperne trarre le conclusioni, non saper distinguere una bufala, non avere capacità di analisi ed altre cosette del genere! Ma la cosa più grave è che costoro credono pure di essere dei geni…e diventano pure parlamentari e ministri…😬😖

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