No, non sto parlando di me sebbene non sia certo il prototipo della persona ideale! Invece il titolo è quello di un film di qualche anno fa che solo ieri è capitato di vedere. Non sono un uomo facile gioca sugli stereotipi sociali partendo proprio da quella ultima parola ma di solito usata al femminile. Donna facile, un tempo vi si aggiungeva “di facili costumi” per indicare una donna che aveva molteplici uomini.
In pratica un velato insulto sostitutivo dei termini più comuni come puttana, troia, zoccola ecc ecc. Palese stigma di una società palesemente declinata al maschile dove i ruoli standard sono cuciti dalla società affinché la donna sia quella che arriva vergine al matrimonio, sia madre, santa, cristiana of course e angelo del focolare. Le scappatelle o le frequentazioni seriali erano invece prerogative maschili. Più donne avevano e più erano ammirati.
Termini come dongiovanni, sciupafemmine, tombeur de femmes sono l’equivalente maschile di donna facile ma mentre per la donna è un insulto per l’uomo è quasi una medaglia di cui fregiarsi e vantarsi. Certo, va detto che qualcosa è cambiato e molte donne hanno imparato a fregarsene però, in certi contesti lo stigma sociale resta: pensate ad una insegnante e ditemi se lo scoprire la sua vita sessuale non porta a sussurri…brontolii e altro.
Bene, il film di cui parlo ribalta tutto ciò ed immagina una società costruita specularmente alla nostra: le donne comandano, ricoprono posti di potere e decisionali, lavorano, collezionano uomini, non si preoccupano del loro aspetto. Gli uomini per contro sono a casa a badare a casa e famiglia, si depilano per risultare attraenti, vestono short mostrando le gambe, vengono molestati di continuo e tutto il resto!

Ecco, sebbene alla fine credo che il film poteva osare di più l’idea di fondo l’ho trovata davvero carina per far riflettere molti uomini (ma anche tante donne) su tante cose. Il che poi non significa affatto azzerare le differenze sessuali ma agire semplicemente con rispetto reciproco ammettendo che, ancora ad oggi ci sono troppe disparità di trattamento. Non credo che riconoscere ciò sia un segno di decadenza come vorrebbero far credere quelli contro fantomatiche teorie gender. Quel che sarebbe invece giusto è che persone diverse siano tutte sullo stesso piano.
Del film non vi parlo, se volete lo trovate facilmente in rete così come trovate recensioni e commenti. A me piaceva solo l’idea di poter prendere spunto dal film per fare due chiacchiere! Tra l’altro mi ha riportato alla memoria un elenco di frasi che circolava qualche anno fa che ironizzava proprio sul linguaggio e su come non è che ci sia poi tanta giustizia neppure nel linguaggio:
Cortigiano: gentiluomo di corte
Cortigiana: mignotta
Massaggiatore: chi per professione pratica massaggi
Massaggiatrice: mignotta
Il cubista: artista seguace del cubismo
La cubista: mignotta
Uomo disponibile: tipo gentile e premuroso
Donna disponibile: mignotta
Segretario particolare: portaborse
Segretaria particolare: mignotta
Uomo di strada: uomo duro
Donna di strada: mignotta
Passeggiatore: chi passeggia, chi ama camminare
Passeggiatrice: mignotta
Mondano: chi fa vita di società
Mondana: mignotta
Uomo facile: con cui è facile vivere
Donna facile: mignotta
Zoccolo: calzatura in cui la suola è costituita da un unico pezzo di legno
Zoccola: mignotta
Peripatetico: seguace delle dottrine di Aristotele
Peripatetica: mignotta
Omaccio: uomo dal fisico robusto e dall’aspetto minaccioso
Donnaccia: mignotta
Un professionista: uno che conosce bene il suo lavoro
Una professionista: mignotta
Uomo pubblico: personaggio famoso, in vista
Donna pubblica: mignotta
Intrattenitore: uomo socievole, che tiene la scena, affabulatore
Intrattenitrice: mignotta
Adescatore: uno che coglie al volo persone e situazioni
Adescatrice: mignotta
Uomo senza morale: tipo dissoluto, asociale, spregiudicato
Donna senza morale: mignotta
Uomo molto sportivo: che pratica numerosi sport
Donna molto sportiva: mignotta
Uomo d’alto bordo: tipo che possiede uno scafo d’altura
Donna d’alto bordo: mignotta (di lusso, però)
Tenutario: proprietario terriero con una tenuta in campagna
Tenutaria: mignotta (che ha fatto carriera)
Steward: cameriere sull’aereo
Hostess: mignotta
Uomo con un passato: chi ha avuto una vita, magari sconsiderata, ma
degna di essere raccontata.
Donna con un passato: mignotta
Maiale: animale da fattoria
Maiala: mignotta
Uno squillo: suono del telefono o della tromba
Una squillo: mignotta
Uomo da poco: miserabile, da compatire
Donna da poco: mignotta
Un torello: un uomo molto forte
Una vacca: una mignotta
Accompagnatore: pianista che suona la base musicale
Accompagnatrice: mignotta
Uomo di malaffare: birbante, disonesto
Donna di malaffare: mignotta
Prezzolato: sicario
Prezzolata: mignotta
Buon uomo: probo, onesto
Buona donna: mignotta
Uomo allegro: un buontempone
Donna allegra: mignotta
Ometto: piccoletto, sgorbio inoffensivo
Donnina: mignotta
Applausi! Non è cambiata molto la mentalità maschile (non mi riferisco a te) riguardo alla donna. E non solo nei paesi dove il fondamentalismo islamico impera. La libertà femminile fa paura e non solo la libertà sessuale. Nel 68 avevo vent’anni e già allora dicevo che non era la donna a dover essere “liberata” ma che si doveva liberare la mente dei maschi da tutti i preconcetti e le assurdità che avevano nella zucca. Ma ci hai fatto caso? Sono le donne che allevano i maschi, le mamme che educano in modo diverso i loro maschietti dalle femminucce…il danno parte proprio da lì.
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E con questa risposta l’applauso invece va tutto a te perché è assolutamente vero che è la mente maschile che va “liberata” ed è altrettanto palese e vero che gli uomini sono “educati” ad essere così proprio da tante donne e frasi come non fare la femminuccia o similari fanno parte del quotidiano ieri come oggi! Che posso dire: come sempre nel mio piccolo cerco di essere diverso e migliorare ma il cammino è ancora tanto lungo!
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E parrebbe pure, il cammino, irrisolvibile. Alla base ci sono le religioni, quasi tutte relegano la donna in un ruolo secondario e la presentano come foriera di danni e di guai. Poi c’è madre natura che induce il maschio a possedere la femmina e a tenerla quasi schiava per avere la certezza di trasmettere il proprio seme e di non essere costretto ad allevare il figlio di un altro. Poi c’è la cultura che non riesce ad ammettere che le femmine siano più intelligenti e adattabili alla vita rispetto ai maschi. Infatti sembrerebbe che il cromosoma X sia il portatore dell’intelligenza e le femmine ne hanno due mentre i maschi uno solo. Le femmine, anche fra gli altri animali, sono quelle che fanno di più, lavorano di più, si arrangiano di più, risolvono meglio le varie situazioni e lo hanno sempre dimostrato, perciò fanno paura. Quello che non capirò mai è perché ci siano molte femmine che remano contro le altre. Da parte mia ho sempre creduto che maschi e femmine, fra noi umani, debbano camminare insieme, sostenendosi a vicenda, collaborando ognuno per le proprie capacità.
Buon anno Demonio, che ti sia lieto e gentile.
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Qui ancora sono d’accordo con te tranne che sulla intelligenza nel senso che io invece penso che primo ci sono diversi tipi di intelligenza e secondo, l’essere più intelligenti non ha nulla a che vedere con il sesso ma dipende da tanti fattori concomitanti a partire dal DNA e al sommarsi di vari input sul nascituro, sin dal concepimento ma soprattutto nei primi mesi di vita. A parte ciò sul resto sono totalmente d’accordo. E buon anno anche a te!
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