Capanne, storia di bambini sopravvissuti!

E discutendo prima con un amica si parlava del come noi siamo stati bambini e di come i bambini di ieri sono notevolmente diversi dai bambini di oggi. Ma non sempre è colpa loro però! Secondo i canoni attuali il fatto che oggi io sia qui a scrivere dovrebbe considerarsi una specie di miracolo!

Lo vedo con mia sorella e con la sua bambina di 5 anni. Ma lo vedo anche guardando altri genitori coi loro bambini. Oggi tutti i bambini vivono iper protetti e sono sempre guardati a vista. E’ bene ciò? A mio avviso no. A mio avviso il bambino che cresce così non sviluppa il senso di autoconservazione che è fondamentale per capire i pericoli ed aggirarli.

Io a 5 anni andavo da solo a prendere il giornale a mio padre all’edicola facendo un chilometro ed attraversando una strada Statale. A 6 anni andavo e tornavo tutti i giorni da scuola che distava due chilometri e solo in terza elementare misero l’autobus su cui comunque andavo da solo o con altri bambini.

Ma non finiva qui. Quando non ero a scuola ero per strada o in mezzo a terreni incolti ed il raggio di azione su cui noi bambini dell’epoca giocavamo era di chilometri. Eppure mai caduto in un pozzo,mai caduto in un dirupo o da una casa in costruzione i cui scheletri di cemento armato ci affascinavano e certo non erano come oggi tutti recintati!

E si andava nell’erba alta e in mezzo a terreni incolti ma sapevamo evitare le vipere o vespe e calabroni. Un paio di morsi di cane, qualche braccio rotto e perenni ginocchia sbucciate erano ciò che potevano capitare. E mi son capitate!

Cadere dagli alberi anche eppure non indossavamo caschi ne giubotti antiproiettile che, sarebbero stati comodi quando tra bande trincerati nei fortini ci si tirava contro pietre e frecce! E certo non mancavano le botte che si davano ma più spesso si prendevano…prima e dopo perchè a casa c’era sempre il resto!

E le capanne? Opere di ingegneria che ci mettevano alla prova e che ci vedevano alle prese con chiodi e martelli e seghe(quelle di ferro!!) e asce. La dareste oggi un ascia in mano a vostro figlio di 6-7 anni?? Eppure noi eravamo così, intrepidi e sprezzanti del pericolo? Si e no nel senso che il pericolo lo sapevamo riconoscere perché ci era stata data l’opportunità di farlo. E si cresceva credendo in noi stessi.

E il carattere di ognuno di noi si formava. E siamo sopravvissuti. E a me a volte viene nostalgia di quelle capanne dentro cui ci facevamo sontuose cenette a base di mais rubato e patate cotte sulla brace! Ah si…noi anche col fuoco sapevamo giocare!

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Disilluso da tutto senza un futuro vivo in questo presente oscuro senza aspettarmi nulla.
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12 risposte a Capanne, storia di bambini sopravvissuti!

  1. Marta Vitali ha detto:

    Oggi invece…

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  2. Demonio ha detto:

    Oggi invece al massimo ci sarà qualche videogioco in cui costruisci capanne! 😂

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  3. Marta Vitali ha detto:

    Anche io l’avevo costruita, in cortile…andavamo in campagna in bicicletta a prendere le travi che “gli adulti” chiamavano rametti.. 😦

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  4. Demonio ha detto:

    Sicuramente avevamo molta inventiva e tanta manualità! Inoltre penso che tutto ciò ci facesse bene anche mentalmente rinforzando carattere e autistima oltre al fisico che in perenne movimento faceva si che si stava tutti in forma! 😂

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  5. sherazade ha detto:

    Ho letto però la tua vita era più semplice della mia ad esempio che abitava nel centro di Torino e che andavo a giocare ai giardinetti…
    Tornavamo ribelli tre mesi che andavamo in Val d’Aosta e la Campania della nostra donna di servizio.
    Non era possibile andare a scuola da soli e attraversare corso Francia Piazza dello Statuto questo è avvenuto quando abbiamo cominciato a fare le medie.

    Mio figlio, figlio di mamma molto separata, nato negli anni 80 era già molto più autonomo aveva dimestichezza con gli autobus andava a giocare a pallone andava a nuoto non c’erano ancora i telefonini.
    I bambini intorno ai 10 anni che frequento per ragioni di famiglia sono del tutto diversi solo in parte ne posso fare una colpa lla socializzazione semplicemente le modalità di rapportarsi è sono cambiate sarebbe anacronistico .

    Fare dei paragoni in questo contesto non è possibile noi giocavamo in casa mettendo un lenzuolo sopra il tavolo fingendo di essere in un tapee e mangiavamo Pane burro e marmellata… però te li ricordi i walkie-talkie??

    Buona giornata.

    Shera

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  6. Demonio ha detto:

    Si, vero, io abitavo in periferia di una città comunque piccola per cui credo di essere stato a mio modo fortunato e privilegiato. Sicuramente come hai detto la nostra è un epoca totalmente diversa che solo in mezzo secolo ha completamente cambiato la società, gli stili di vita ed i comportamenti. Non so dire però quale epoca fosse migliore ma so dire che io ho avuto una infanzia piena di tante avventure (reali) che posso raccontare mentre oggi al massimo forse possono raccontarsi avventure da videogame! 😀

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  7. sherazade ha detto:

    Questo è!

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  8. Demonio ha detto:

    Io non ho neppure mai saputo giocarci ai videogame! 😀

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  9. Demonio ha detto:

    E che ti devo dire…non sono mai stato attratto!Qualche prova che ho fatto ha dimostrato che ero negato…mi intrecciavo con le dita…e quindi al massimo gioco al solitario…freecell…li sono un mostro! 😀

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  10. sherazade ha detto:

    👏👏👏

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  11. Demonio ha detto:

    😀

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