Io come Brad Pitt

No, non ho sicuramente il suo conto in banca! Non ho sicuramente la sua fama! Non ho certamente la sua (o meglio le sue!) casa! Non ho il suo fisico e il suo sex appeal! Non ho nemmeno una ex moglie come Angelina Jolie ed una storia con un’altra strafiga come Lykke Li o altre frequentazioni altrettanto gnoccherrime! No, nulla di tutto ciò! E allora? Cosa mi accomuna a lui?

Bene, a quanto pare in comune con lui ho una “malattia” o, per meglio dire una disfunzione (che a quanto pare non è stata però ancora diagnosticata) legata alla memoria visiva. Infatti leggevo che ha affermato di avere questo problema che lo mette in condizione di non riconoscere i volti delle persone:

ROMA – “Non riesco a riconoscere il volto delle persone“. A parlare è Brad Pitt, che in una lunga intervista a GQ si è aperto sulle sue condizioni di salute. L’attore ha raccontato di soffrire di prosopagnosia, un deficit percettivo che, in realtà, non gli è stato ancora diagnosticato. “Nessuno mi crede“, si è sfogato. La sua paura è quella di aver fatto la figura dell’uomo distaccato e superbo quando in passato ha ‘ignorato’ persone conosciute a causa del suo disturbo.

Qui l’articolo

Ecco, forse la sua forma è più grave della mia visto che, io almeno le persone a me vicine le riconosco! Ma con le altre è un casino. E la cosa mi ha sempre creato molto imbarazzo. Per me funziona così: se una persona la vedo sufficientemente spesso allora la “fisso” nella mia mente e non ci sono problemi ma se ciò non accade semplicemente il suo volto diventa nebuloso.

Se mi presentano una persona che, può essere una nuova conoscenza o un collega o una donna, anche conoscendone il nome se per caso la incontro dopo qualche giorno è molto probabile che io non la riconosca per cui, magari sto camminando per strada, incrocio la persona e…tiro dritto! Ovviamente chi non mi conosce bene potrebbe restarci male e pensare: ma guarda sto stronzo…mi ha visto e fa finta di non conoscermi!

Un’altra cosa che ho notato è che io tendo a contestualizzare le persone a determinati luoghi per cui è come se nella mia memoria potessero esistere solo in quei contesti! Al di fuori di essi è come se non mi aspettassi che qualcuno possa vivere per cui semplicemente non lo vedo. Un collega può esistere solo in un teatro, una conoscenza fatta che so in un pub può esistere solo lì e così via.

Ad esempio, quando vado a correre ai mattino incontro svariate persone a cui ho affibbiato dei nomignoli. Lì, in quel luogo riconosco sempre tutti perché sono volti quotidiani. Ma se qualcuno di loro lo incontrassi al supermercato o altrove 9 volte su 10 non lo riconoscerei anche perché poi subentra il fatto che lì, nel loro contesto, riconosco come sono vestiti. Ma magari, una donna che lì ha una tenuta sportiva se la incontro altrove, fuori dal contesto, vestita normale, magari truccata e pettinata…beh…allora nulla, vuoto totale!

Ho anche l’aggravante ulteriore che sono leggermente miope per cui, magari in un momento non ho gli occhiali, qualcuno mi saluta da lontano e io…faccio la figura dell’imbecille perché resto lì impalato a cercare di capire chi cazzo sia! Poi magari la persona si fa sotto e, pur vedendola bene non succede nulla…non la riconosco, il mio data base non fa la dovuta associazione viso-nome-altre informazioni. Insomma…figura di merda garantita!

Ovviamente non riesco neppure a riconoscere persone famose proprio perché se decontestualizzate dal loro ambiente naturale non esistono! E negli anni figure di merda colossali ne ho fatte a josa come quando non riconobbi Selen (la pornostar) e mi ci misi a parlare chiedendole come si chiamava tra le risate dei colleghi. C’è da dire che da vestita era proprio diversa! O quando scambiai Nicola Savino per un cameriere chiedendogli se mi portava del formaggio che naturalmente…mi portò tra le risate di tutti!

Che dire, negli anni la cosa è stata davvero imbarazzante. All’inizio cercavo di fingere…ciaoooo…come stai? Che ci fai qui? Da quanto tempo… aspe’dove ci siano visti l’ultima volta? Ecco…erano tutte domande di circostanza che a me servivano per dedurre chi cazzo avessi davanti! A volte ci riuscivo perché magari veniva fuori il nome di qualche conoscente comune oppure di una città e allora scattava quel clic che mi sbloccava tutto il data base!

Altre volte invece… buio assoluto! Dissimulavo ma mi sentivo una merda. E quando la persona andava via semplicemente restavo li come un ebete a chiedermi chi fosse quella persona senza ovviamente riuscirci. Brutto davvero. Poi c̶r̶e̶s̶c̶e̶n̶d̶o̶ invecchiando ho cambiato modo di fare. In fase di presentazione o di nuove conoscenze faccio subito la mia dichiarazione: oh…se mi vedete e non vi saluto è perché non riconosco le facce quindi…non prendetevela e se volete siate così gentili e pazienti da farlo voi!

Se invece sono persone magari marginali ma che magari mi riconoscono per qualche ragione (soprattutto in ambito lavorativo) allora, nel caso di un inizio di conversazione chiedo subito, spiegandone le ragioni, chi siano e dove mi hanno incontrato/conosciuto. Mi sembra più giusto e rispettoso fare così oltre al fatto che, mi evita di star lì a scervellarmi per ore senza arrivare a nessuna conclusione! In alternativa, se vedo qualcuno che non capisco chi sia e ci sono altre persone allora chiedo a loro.

E niente…caro Brad ti capisco! Ho letto che vorresti incontrare qualcuno come te…beh… fratè…eccomi qua…io ci sono… C’è solo un piccolo problema: è molto probabile che io non ti riconosca! Non è che poi ci resti male? Facciamo così, per non sbagliare diamoci appuntamento in un ascensore ok?! E oh…offri tu il pranzo naturalmente!

Informazioni su Demonio

Disilluso da tutto senza un futuro vivo in questo presente oscuro senza aspettarmi nulla.
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25 risposte a Io come Brad Pitt

  1. Conte Gracula ha detto:

    Mi pare che pure Luciano De Crescenzo avesse questa caratteristica

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  2. Demonio ha detto:

    Ah davvero? Non lo sapevo sebbene adorassi De Crescenzo!

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  3. Conte Gracula ha detto:

    Ho un ricordo di un’intervista in cui ne parlò 🙂

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  4. Miss Elena ha detto:

    Deve essere davvero stressante per te. Io conosco la malattia solo dai libri, e so che nei casi più gravi si ha difficoltà a riconoscere anche il proprio volto. Una cecità facciale totale.
    Cerca di fissarti su piccoli dettagli, caratteristiche particolari del volto delle persone, qualcosa che possa aiutarti a far scattare un collegamento.

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  5. Demonio ha detto:

    Ottima memoria!

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  6. Demonio ha detto:

    Mah, ormai ci sono abituato dopo averci convissuto per una vita! Per fortuna non è così grave e almeno le persone di una cerchia allargata tra familiari, amici stretti e colleghi di antica data li riconosco. Ho difficoltà col nuovo. In compenso però ho una memoria spettacolare per i luoghi e gli avvenimenti. Se sono stato in un luogo anche a distanza di anni ricordo tutto. A parte ciò come ho detto ho risolto avvisando le persone che infatti dopo se ne ricordano e quando mi rincontrano mi fanno il riassunto!😂😂😂

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  7. Demonio ha detto:

    😂 e si, alla fine dai, c’è di molto peggio!

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  8. Neda ha detto:

    E di che ti preoccupi? Anch’io sono leggermente miope (in passato lo ero molto di più e portavo anche gli occhiali con lenti spesse come fondi di bottiglia. Da vecchia, con la presbiopia, la miopia è migliorata anche se non del tutto, in compenso non uso ancora gli occhiali per leggere) tornando ai volti “sconosciuti” io me la sono sempre cavata con un disarmante sorriso e: non ti avevo visto BENE. E poi, ce n’è di gente che non “desidero” riconoscere, soprattutto quella della quale faccio anche “fatica” a ricordare il nome e Freud l’aveva spiegato bene nel suo studio sui lapsus quotidiani.

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  9. Demonio ha detto:

    Preoccuparmi? Naaa, ormai ho trovato il modo di ovviare al problema! Certo, restano sempre incombenti enormi gaffes ma quelle le affronto con autoironia e pazienza! 🤷

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  10. thefawnflying ha detto:

    Non fino a questo livello ma anche a me succede spesso di non riconoscere alcune persone, penso che sia abbastanza comune…

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  11. Demonio ha detto:

    Non lo so se lo sia però nella mia personale esperienza come me ne ho incontrati pochissimi!

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  12. Neda ha detto:

    Ho pensato che se quell’attore, che mi sembra giovane comunque, non riconosce più i volti delle persone vicino a lui, o racconta balle, oppure dovrebbe preoccuparsi dell’Alzheimer. Un conto è non ricordare i volti di persone che si incontrano per caso, magari una volta sola, o che per anni non sono stati in contatto con noi. Per esempio, dato il tuo lavoro incontrerai in sacco di gente, come succedeva a me quando lavoravo negli alberghi e la mia media era 2000 persone all’anno circa. Non ci si può ricordare di tutte, magari incontrando qualcuno dopo mesi. Ricordavo i clienti che venivano ogni anno, ma quelli di passaggio, spesso è impossibile, a meno che siano legati a qualche cosa di particolare che ce li fa ricordare. Poi c’è il fatto che una persona che non ci piace, tendiamo a dimenticarne il nome, il volto e c’è anche che da due anni andiamo in giro con le museruole e a volte non riconosciamo un parente se ha cambiato magari pettinatura oppure mette o toglie gli occhiali. Questo attore, o ha un inizio di Alzheimer (quelo di non riconoscere i luoghi, gli oggetti di uso comune e le persone è uno dei primi sintomi) oppure cerca visibilità raccontando cose strane.

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  13. Neda ha detto:

    P.S. scusa “quello” (mi è scappata una elle)

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  14. Demonio ha detto:

    Beh non direi che abbia bisogno di visibilità visto che oltre ad essere uno dei più pagati è anche uno dei più famosi! Ora, se sia quella malattia che ho detto o altro di più grave non lo so, però come ti ho detto c’è chi come me ne soffre da sempre e ahimè…non riguarda solo le persone di passaggio. Io però almeno quel centinaio di persone della cerchia più ristretta le riconosco ma ho sentito che effettivamente c’è chi sta peggio di me. Credo che siano più che altro meccanismi legati al come ognuno di noi immagazzina le informazioni e come le recupera. Ci sono persone eccezionali in grado di ricordare interi testo o rubriche telefoniche o altro, c’è chi non dimentica mai un volto e per contro invece c’è chi ha questi scompensi. Una cosa che a me succedeva a scuola per esempio era di ricordare perfettamente le lezioni il che mi permetteva di evitare poi di studiare ore a casa! Invece se studiavo, magari a certi orari a me poco graditi…non mi restava nulla! È così…ognuno di noi ha dentro un suo mondo personale!

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  15. Demonio ha detto:

    Non ho capito cosa e dove ma va bene!😂

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  16. Neda ha detto:

    Nel mio commento ho scritto la parola “quelo” invece che “quello”

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  17. Neda ha detto:

    Anche questo è vero, però potrebbe essere una disfunzione legata più all’inconscio che a una malattia. Ognuno di noi, comunque, ricorda, o non ricorda, certe cose e la memoria personale è diversa da persona a persona e legata a molti fattori. Per quanto riguarda l’apprendimento e lo studio, dipende anche molto dal metodo di studio che viene insegnato già da bambini e dall’interesse che un bambino ha su certe materie. Discorso lungo questo. Che ci fosse una malattia al riguardo mi ha veramente sorpreso.

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  18. Demonio ha detto:

    😂 mi hai ricordato il mitico personaggio di Guzzanti!

    PS gli errori si fanno, non fartene un problema poi, dal cellulare è ancora più probabile farli!

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  19. Demonio ha detto:

    Ma sai, tutto può essere però devo anche dire che, oggi in ambito medico scientifico ci sono conoscenze acquisite che hanno definito malattie o disturbi un tempo inimmaginabili. Penso solo a cose come la bulimia o anche la stanchezza o gli attacchi di panico. Ce ne sono davvero tante, alcune sembrano incredibili. E tutte le fobie o le intolleranze anche. Pensa solo ad una cosa come l’epilessia che al massimo un tempo avrebbero scambiato per possessione demoniaca!😳
    Certamente in molte di queste cose la responsabilità è della mente e sicuramente si va dalle forme meno gravi con cui ci si convive a quelle più invalidanti. L’unica differenza è che oggi ste cose vengono riconosciute e studiate mentre un tempo diventavi al massimo un fenomeno da baraccone!

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  20. Neda ha detto:

    Vero anche questo.

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  21. Neda ha detto:

    Purtroppo li ho fatti dal computer, non uso mai il cellulare per il blog. Che ci vuoi fare, è la vecchiaia e a volte, comunque. la fretta.

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  22. Neda ha detto:

    Sì, la medicina ha fatto passi da gigante negli ultimi centocinquant’anni. Però…vedi, io ho trascorso 10 anni fra la mia infanzia e adolescenza, in orfanotrofio, eravamo 450 ragazze fra i 2 e i 18 anni. Mai nessuna è stata male per aver mangiato pastasciutta, pastina glutinata, pane, latte vaccino e formaggi. Intolleranza al glutine e al lattosio sembrava non esistesse all’epoca. Però non esistevano nemmeno i MacDonald con le loro piacevoli porcherie, la CocaCola così gradevole e ammazza mucosa dello stomaco e nemmeno lo stress attuale. Tranne tu le conclusioni che credi. C’è una cosa che io voglio dire, d’accordo è una mia idea, ma valuta tu: l’aumento dell’autismo nei bambini. In quei dieci anni non ho mai conosciuto qualcuno di autistico ed eravamo in tante. C’erano bambine con postumi da poliomielite, da meningite, c’erano bambine più o meno dotate di intelligenza, più o meno docili e malleabili, più o meno chiuse di carattere, più o meno timide, insomma una bella varietà, ma autistiche proprio non ne ricordo. Io mi chiedo e vorrei sapere se qualcun altro se lo chiede, invece di dare la colpa ai vaccini, come fa qualcuno, di fronte a un bambino autistico qualcuno si è chiesto quante ore quel bambino, nei primi tre anni di vita, purché stesse tranquillo, ha trascorso davanti a un televisore, oppure giocando con giochi elettronici, o giocando con uno smartphone o cose simili? Nei primi tre anni di vita il cervello cresce e forma le connessioni neurali, praticamente si evolve e forma quella capacità intellettiva che ci permetterà poi di analizzare e apprendere. Ma il nostro cervello è ancora quello del neolitico, non quello della velocità attuale del digitale. I bambini nei primi tre anni devono esplorare il mondo che li circonda, con calma, con tranquillità, un pezzetto per volta. Ho sempre pensato che nei primi tre anni di vita il bambino vada aiutato ad “aprire” l’intelligenza, appunto rispondendo con semplicità alle sue domande e seguendolo nella sua esplorazione, poi, dai tre ai dieci anni, l’insegnamento è sulla disciplina, correggendo il suo carattere e aiutandolo ad utilizzare le proprie capacità a proprio beneficio. Ho sempre detto che ogni bambino nasce già con tutto ciò che deve avere, poco o tanto che sia, poi noi genitori dobbiamo aiutarlo ad usare queste capacità, ma se, per nostra pigrizia lo lasciamo “educare” dai media, non lamentiamoci poi del risultato. Ovviamente, ci sono stati anche i “grandi” autistici con un cervello che aveva già di suo connessioni congenite non dipendenti da fattori esterni, ma se ne contano pochissimi davvero. A proposito dell’epilessia, la si conosceva bena ancora prima di Giulio Cesare ed era considerata una malattia delle persone grandi e toccate dagli dei.

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  23. Demonio ha detto:

    Ma io grosso modo sono d’accordo con te fermo restando che, su alcune cose proprio non c’erano le conoscenze. Ti faccio l’esempio di mia sorella. È stata bambina in quell’epoca precedente a quella che descrivi quindi ancora c’era un certo tipo di alimentazione, non c’era consumismo e noi non eravamo certo ricchi per cui altro che merendine! Mc Donald neppure c’era da noi! Bene, sin da piccola aveva questo dolore allo stomaco ma nessuno riuscì mai a individuarne la causa! Crescendo gliene hanno dette di ogni inclusa la più ridicola: stress! Ed invece solo verso i trent’anni e grazie ad una mia cugina più vecchia che aveva le stesse patologie, scopri che era celiaca. Questo solo per dire che, hai ragione per molte delle cose che hai detto e che hai ragione anche per le storture che l’uomo(ma io dico la finanza) ha creato modificando troppo sia la natura che gli stili di vita ma è anche vero che in altri tempi certe malattie venivano semplicemente ignorate perché non riconosciute tali. Per contro la nostra epoca ne ha create altre che sicuramente non c’erano( depressione su tutte) o che se c’erano erano rare. Poi totalmente d’accordo sul fatto che i neo genitori abbiamo fatto e continuino a fare danni inenarrabili.

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  24. Demonio ha detto:

    E va beh, sbagliare capita a tutti. Io poi sostengo che, un blog è anche un momento di svago e ci sta che cali un po’ la nostra attenzione e si finisca per fare errori che non faremmo certo in altri contesti. 🤷

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